Dalla relazione del Dott. Ignazio La Spina:
Uomini illustri Viagrandesi nel XVIII secolo: Rosario, Salvatore, Luigi e Francesco Maria Scuderi.
Rosario Scuderi: nipote di Francesco Maria Scuderi, nacque a Viagrande il 15 ottobre 1767 e nelle “Biografie degli illustri catanesi”, Luigi Scuderi così ce lo tramanda: “fu celebre medico e filosofo, malinconico, generoso, eloquente, spoglio di cupidigia, amò i poveri infermi”.
Rosario Scuderi, Prof. di patologia generale nella Reale Accademia di Palermo, pubblicò a Napoli nel 1794 una interessante opera “Storia della medicina antica e moderna”. Sperando di pubblicarla anche all’estero, visitò prima Milano, poi Trieste, Venezia, ma a Verona il 21 maggio 1806 a soli 39 anni spirava negli orrori di un carcere austriaco.
Salvatore Scuderi (1781-1840): fratello di Rosario, nipote di Francesco M. Scuderi, fu Regio Professore di economia, commercio ed agricoltura. Scrisse da giovane composizioni drammatiche ed il “Vespro Siciliano”. A Palermo pubblica nel 1823 una sequenza di poetiche composizioni (come “Salita Etna”). Immagini che ritraggono la bellezza della nostra terra e che furono così cari a Vincenzo Monti. Scrisse diverse opere di economia desunte dalla forza suprema dell’ordine naturale.
Luigi Scuderi: nacque il 18 luglio 1819, e studiò a Catania lettere e poi economia con lo zio Salvatore. Nel 1843 completa il suo capolavoro: “Le biografie degli illustri Catanesi”. Raccolte e ordinate da Salvatore Mirone, sono state pubblicate nel 1881 da Nicolò Giannotta, libraio-editore.
Combattente, patriota, Luigi Scuderi fu inviato qual commissario di guerra a Messina giusto quanto la città veniva attaccata dai borbonici e sotto i quali dopo una ostinata resistenza cadde bruciata e saccheggiata. Oppressa l’anima da tanta sventura si trasferì a Viagrande. Venne colpito da grave malattia e alle 4 della notte del 31 ottobre 1848 diede l’ultimo respiro tra le braccia degli amici.
Francesco Maria Scuderi: nacque a Viagrande il 19 novembre 1733 da Rosario e Veneranda Grasso, nel palazzo di “Scalatelli” che si affaccia sulla piazza e porta il suo nome. Una lapide di marmo con la sua effige lo ricorda ai passanti.
Da giovinetto ebbe speciale amore per le umane lettere. Studiò presso l’Istituto della Compagnia di Gesù e sotto la disciplina di Vito Coco maestro cappellano della Cattedrale di Catania. Vestitosi sacerdote predilesse l’arte medica, nella quale ebbe maestro amorevole Agostino Giuffrida (uno dei più chiari ingegni siciliani) titolare della cattedra di Medicina Pratica.
Nel 1787 fu, per meriti eccezionali, nominato Protomedico (cioè Primario dell’Ospedale) e Professore di Medicina Pratica presso l’Università di Catania.
Francesco Maria Scuderi diede prova del suo ingegno durante l’epidemia del vaiolo che proprio nel ‘700 investiva l’Europa. Richiesto di recare soccorso, si portò, nulla temendo, da una città all’altra, da un paese all’altro, dalla Val di Noto a Francavilla, a Catania, a Viagrande. Intuì la contagiosità del morbo (anche attraverso le sue ricerche) e non avendo una vera terapia per combattere la malattia, ebbe però la certezza di poter dar fine alla malattia con il metodo della separazione nello stesso come si fa per ogni contagiosa infermità (la paste, il tifo). Ma dovette anzitutto combattere i pregiudizi in una Nazione colma di miserie e di sventure. Il popolo riteneva che la malattia era nata con l’uomo. Così infatti aveva scritto il primo fra i medici arabi Rhasis sulla patologia del vaiolo. Per disgrazia del genere umano sentenziò che la causa determinante della malattia era nata assieme all’uomo. Questa assurda opinione fu pure funesta a Ferdinando V° d’Austria, a Giuseppe I° Imperatore d’Austria (1711), a Luigi XV° (1752), che di vaiolo morirono.
Francesco Maria Scuderi affrontando il rischio del contagio con spirito di abnegazione e sacrificio si portò in prima linea per mitigare la fierezza del morbo, istruendo le persone alla profilassi e dissuadendole dal pregiudizio che la malattia non era nata con l’uomo, non era un fatto naturale, ma che si trattava invece di una malattia infettiva altamente contagiosa.
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